Maglia cosenza calcio 2018

Cosenza Calcio 1914 disputarono entrambe un campionato anonimo, maglie calcio retro poco prezzo chiudendo rispettivamente in ottava e nona posizione. 2011 – Il Cosenza Calcio 1914 s.r.l. Nell’estate del 2011 fu costituita una nuova società, la Nuova Cosenza Calcio S.r.l., presieduta da Eugenio Guarascio. 130 ANNI PER IL FULHAM, NUOVA MAGLIA PER L’OCCASIONE. A causa di una nuova crisi, tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, lo stadio venne lasciato privo da ogni manutenzione minima a causa del mancato pagamento delle utenze di metano e corrente elettrica, la cui interruzione obbligò a chiudere tutto l’impianto. 2007 – A causa del sopraggiunto fallimento societario, l’A.S. La divisa ispirandosi a un template utilizzato negli anni ottanta, doveva essere interamente rossa con la parte superiore e le maniche blu; a causa della rottura dei rapporti fra la società e l’agenzia di marketing tale progetto non fu mai realizzato. Il progetto iniziale prevedeva la presenza di due tribune e una curva, che conferiva all’impianto una caratteristica forma a «ferro di cavallo».

Il maggior successo del settore giovanile cosentino è stata la conquista del Campionato Berretti nella stagione 1992-1993. I giovani rossoblù conquistarono il torneo dedicato alle formazioni militanti in Serie A e Serie B; a differenza del format attuale infatti, allora il torneo era diviso in due rami (A-B e C1-C2). 1966, beffata sul traguardo dalla Salernitana, la squadra rossoblù per alcuni decenni non riuscì più a riemergere. Genoa, la più antica squadra italiana in attività e la prima a vincere uno scudetto. Nella stagione 1957-1958 il Cosenza, guidata dal bomber Mario Uxa (capocannoniere del campionato per 5 stagioni consecutive), ottenne la vittoria del girone dell’Interregionale Prima Categoria e conquistò il titolo di campione d’Italia di categoria, ex aequo col Mantova e lo Spezia. In questi anni si affacciò in prima squadra Luigi Marulla, che diverrà il più rappresentativo calciatore della storia del Cosenza, primatista di presenze e reti di tutti i tempi.

Per l’annata 1960-1961 il Foggia rifiuta offerte importanti come quella di 30 milioni per Nocera e 15 milioni per Despase dal Bologna o quella di Rinaldi, conteso da Cosenza, Marsala, Pescara e Taranto. Nella stagione 2018-2019, malgrado un inizio complicato, il sodalizio cosentino conseguì la salvezza con il decimo posto, arrivando a sfiorare persino l’ingresso nei play-off per la promozione in Serie A, che alla fine del campionato distarono appena quattro punti. Luigi De Rosa e Marulla per il Cosenza Calcio 1914. Il punto più basso della storia del calcio cosentino si ebbe durante l’inedito derby, in cui la tifoseria tornò compatta allo Stadio per contestare lo svolgimento di un’umiliante stracittadina, interrompendo la partita con un’invasione. Dopo aver conseguito il piazzamento utile per la disputa della Coppa Italia Professionisti (1986-1987), Di Marzio fu l’artefice, nel 1987-1988, della promozione in Serie B attesa per ben 24 anni, beneficiando di calciatori quali Simoni, Marino, Lombardo, Castagnini, Giovannelli, Galeazzi, Bergamini, De Rosa, Lucchetti, Urban, Padovano, oltre a Fantini, Montrone, Maniero, Del Nero, mentre il timone della presidenza era nelle mani dell’avvocato Giuseppe Carratelli. Il Cosenza Calcio 1914 vinse poi il girone C del campionato di Lega Pro Seconda Divisione 2008-2009, conseguendo la seconda promozione consecutiva.

L’anno dopo il club subì la retrocessione sotto la guida di Pietro Fontana, cui fece seguito la promozione firmata da Renzo Aldi, ma la stagione 1981-1982 fu anno di grandi cambiamenti: dopo 37 anni di attività, con tanti successi e qualche delusione, l’A.S. Tutta la città si strinse attorno all’iniziativa e così il 5 agosto 2003 venne fondato il Cosenza Football Club S.r.l., successivamente ammesso in Serie D a seguito dell’acquisizione del titolo del Castrovillari. Invece il titolo dell’episodio è un riferimento al film horror Non aprite quella porta. Cosenza. Oggi la curva nord dello stadio San Vito porta il suo nome. Agli albori della stagione sportiva 1964-1965, il «Morrone» venne abbandonato e il Cosenza si trasferì al nuovo Stadio San Vito, costruito nell’omonima contrada, sulla riva destra del torrente Campagnano. Subito retrocessa, dopo una quasi immediata risalita in Serie C1, seguì un nuovo declassamento, cui farà seguito una lenta decadenza, caratterizzata da una costante permanenza in C2 in tutti gli anni ottanta.

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